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come modificare la realtà

Come modificare la realtà (I sistemi rappresentazionali)

Cosa è la realtà

Bella domanda! Se la pongono scienziati e filosofi da alcune migliaia di anni, e non ci si è ancora messi seriamente d’accordo.

Dal mondo delle idee di Platone alla fisica quantistica, il concetto di realtà è sempre stato estremamente dibattuto. Il termine realtà compare nel tardo medioevo ad opera di Giovanni Duns Scoto, filosofo e teologo scozzese, ma non per indicare una realtà oggettiva, bensì una realtà soggettiva e individuale. Già a quel tempo si prendeva in considerazione la differenza fra ciò che esiste per tutti, e ciò che esiste in relazione a me!

Il termine realtà compare nel tardo medioevo ad opera di Giovanni Duns Scoto, filosofo e teologo scozzese, ma non per indicare una realtà oggettiva, bensì una realtà soggettiva e individuale. Già a quel tempo si prendeva in considerazione la differenza fra ciò che esiste per tutti, e ciò che esiste in relazione a me!

Ai tempi della scuola mi rimase impresso un filosofo. Gorgia il nichilista! L’espressione della sua filosofia si può riassumere in questa frase:

NULLA esiste, e se esistesse non sarebbe conoscibile, e se lo fosse non sarebbe comunicabile!

Gorgia ci pone dinanzi ad un concetto! Non è importante ciò che esiste a livello oggettivo, bensì è importante l’esperienza soggettiva di ciò che ci circonda.

Dunque non esiste una sola mela, esistono tante mele quanti sono coloro che entrano in contatto con l’oggetto o con l’informazione che esso rappresenta.

Cosa è che prende quel qualcosa li fuori… e lo trasforma in una esperienza individuale?  Chi crea la realtà nella nostra testa?

I sistemi rappresentazionali

I responsabili di questa illusione sono i nostri sensi, o meglio i nostri SISTEMI RAPPRESENTAZIONALI, i quali sin da piccoli creano la nostra MAPPA della realtà, e sono gli strumenti con i quali apprendiamo il mondo circostante e lo comunichiamo all’esterno. 

I sistemi rappresentazionali sono 5: visivo, auditivo, cinestesico, olfattivo e gustativo. Rappresentati complessivamente dall’acronimo VAKOG

Quando siamo piccoli il sistema rappresentazionale primario è quello gustativo, ci mettiamo le cose in bocca, assaggiamo tutto ciò che ci capita a tiro! Lentamente il sistema rappresentazionale primario diventa quello visivo, per una naturale necessità di sopravvivenza della specie! E’ piu facile vedere un predatore da lontano piuttosto che assaggiarlo.

Per quanto concerne la mappatura della realtà in relazione ai nostri obiettivi, o stati d’animo, interviene anche il sistema rappresentazionale cinestesico, ovvero relativo alle nostre percezioni emotive e tattili.

Richard Bandler, co-fondatore della PNL (programmazione neuro linguistica) ci insegna che i nostri sistemi rappresentazionali a loro volta sono scomposti in sotto modalità, ovvero una serie di caratteristiche che definiscono nel dettaglio immagini, suoni, e percezioni. 

Il nostro cervello ogni giorno immagazzina circa 34 gigabyte di informazioni attraverso i nostri apparati sensoriali, abbastanza per riempire il nostro iphone in un weekend. Scarta quelle non necessarie e imprime nella memoria quelle più funzionali.

Da bravo artista, con il suo pennello e tavolozza disegna una propria rappresentazione di ciò che ha percepito. 

A questo quadro diamo il nome di realtà, e attraverso queste esperienze non si costruiscono solamente i nostri ricordi. Si costruisce ogni cosa di noi: il nostro carattere, comportamenti e abilità, e non solo. Anche i nostri valori, le nostre convinzioni, le nostre paure, sogni e desideri, fino ad arrivare alle grandi domande esistenziali, da dove veniamo, dove andiamo, viene prima l’uovo o la gallina?

Questo vuol dire che quando abbiamo paura di qualcosa, ci sentiamo oppressi, ansiosi, indecisi, demotivati, esiste una configurazione che si è impressa nella nostra mente che è responsabile di tutto ciò. Una configurazione rappresentabile attraverso i nostri sensi e le relative sottomodalità.

Come modificare la realtà

A cosa ci serve tutto questo discorso? A comprendere che modificando le caratteristiche delle nostre percezioni, si alterano i principi per i quali abbiamo paura, o timore o indecisione. Possiamo creare motivazione o rimuovere ostacoli. Se una nostra paura potesse essere rappresentata sensorialmente, come sarebbe? Avrebbe una temperatura? Un colore? Una forma? Dove è ubicata nel nostro corpo questa sensazione? 

Bandler ci spiega che alterando le sottomodalità si altera la percezione stessa che abbiamo di quella sensazione, fino anche a rimuovere l’emozione stessa. In pratica abbiamo il potere di modificare la realtà! Come i supereroi o… come determinate sostanze psicotrope! 

Tralasciando le sostanze, puoi diventare il tuo Xmen preferito!

Nella vita arrivano quei momenti in cui ci poniamo un obiettivo! Qualcosa di importante, e che probabilmente ci fa paura perchè necessita una trasformazione.

L’uscita dalla nostra zona di comfort e da quei pensieri conservatori che ci dicono “ma no… ma lascia stare…”

Se il percorso che collega il nostro QUI ed ORA, al nostro obiettivo finale, è una strada impervia, allora avremo bisogno di ridisegnare questa strada, agendo proprio sulle sottomodalità con l’obiettivo di rimuovere quelli che per noi sono OSTACOLI, e permettere quindi alla nostra mente di acquisire la consapevolezza necessaria ad attuare la trasformazione richiesta.

La rimozione degli ostacoli ci permette di sondare il boschetto della nostra immaginazione, e da bravi cappuccetto rosso vagare per i sentieri senza paura del lupo cattivo.

Di fatto abbiamo modificato la realtà, abbiamo alterato le nostre convinzioni, modificato la percezione di quelli che erano problemi insormontabili e abbiamo disegnato un tragitto che prima non vedevamo assolutamente possibile.

La realtà dunque assume un altro sapore, non ci interessa più ciò che ESISTE in senso assoluto li fuori, nell’universo! Ci interessa quali cablaggi abbiamo fatto nella nostra rete neutrale. 

Una mappatura di questa rete positiva, contribuisce ad una percezione positiva della realtà, la quale a sua volta contribuisce a creare atteggiamenti e pensieri funzionali all’obiettivo ultimo di ciascuno di noi: la felicità!

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